Cos'è la progettazione degli spazi virtuali e degli spazi informativi?

Sto leggendo “il metodo per crescere i bambini in un mondo digitale” di Jordan Shapiro.
Ci sono alcuni elementi interessanti che voglio condividere.
L’autore racconta che i suoi figli adolescenti escono da scuola, arrivano a casa, si siedono a tavola e aprono i portatili. “li sento pianificare le ore successive della loro giornata”
“chiamiamo dylan e orion”
“sento la familiare musichetta di skype che si accende e in meno di un minuto ecco sei o sette vocine stridule che escono dalle casse del computer”
“non sono fuori a giocare con i figli dei vicini, non giocano a palla nel campetto, si intrattengono con gli amici più stretti in spazi virtuali all’interno dei loro dispositivi”
Spazi virtuali, dove interagiscono con altre persone.

Nota: il testo seguente è la trascrizione del parlato nel video

Chi è che progetta gli spazi virtuali?

È una professione che esiste da tempo ed è sempre più richiesta.
Un architetto, in questo caso un Architetto dell’Informazione.
L’etichetta di Architetto dell’Informazione non è molto usata.
Ha avuto successo recentemente perché grazie a internet e diventato necessaria la capacità di organizzare le informazioni in modo efficace.
Un quasi sconosciuto bibliotecario del michigan è diventato molto noto per aver scritto il libro bibbia della Architettura dell’informazione (assieme a altri professionisti)
Quando parliamo di architettura dell’informazione parliamo sempre di progettazione per gli utenti.
Al di là delle dissertazioni accademiche su che cos’è la user experience e che cos’è l’Architettura dell’Informazione, diciamo che sono due approcci che si occupano di risolvere lo stesso problema partendo da punti di vista differenti. 
Chi si occupa dell’architettura delle informazioni è colui che progetta uno spazio, un vero e proprio architetto. Chi si occupa della progettazione delle esperienze, user experience designer, o un experience designer è più focalizzato sulle persone. Su come vivono le persone gli spazi.
Non voglio entrare nella discussione accademica delle differenze tra le due discipline. Parliamo dello stesso argomento: progettare degli spazi all’interno dei quali le persone possono vivere delle esperienze piacevoli, positive, memorabili.

User Experience Architect

La definizione stessa di user experience architect è diventata famosa grazie a un personaggio che conoscono tutti nell’ambito, Donald Norman.
Quando Norman è stato chiamato in in Apple per riprogettare i prodotti diceva: ” io non voglio progettare dei prodotti, io voglio ri progettare tutto quello che gira intorno al software, all’hardware, all’esperienza d’acquisto, al manuale… chiamatemi user experience architect”, Architetto dell’esperienza utente.

A chi serve conoscere l’architettura dell’informazione?

La disciplina dell’architettura dell’informazione è utile veramente a tante persone.
Una disciplina che come dicono gli esperti Andrea Resmini e Luca Rosati nel libro pervasive information architecture, è pervasiva.
E dentro a qualsiasi nostra attività quotidiana, è un tipo di competenza che serve veramente a tanti.
Serve sicuramente a tutti coloro che si occupano di design, di progettazione.
A che si occupa per esempio dello sviluppo di app. 
A chi lavora con i contenuti come i blogger, i copy, i giornalisti. 
Chi si occupa di comunicazione, di narrazione.
A ancora chi lavora nell’ambito del retail, della vendita. Persone che  sono abituate a organizzare il punto vendita, quindi decidere che prodotti mette in vetrina, come organizzare le scansie, in che modo mettere i cartelli, la segnaletica, gli espositori. 
Tutti quegli imprenditori del mondo retail possono sicuramente trarre grandi utilità da questo queste competenze.
Chi si occupa di vendita, che sia nel mondo digitale o nel mondo fisico non cambia molto. Chi si occupa di vendere prodotti in un negozio fisico o in un negozio virtuale come un e-commerce, deve affrontare più o meno le stesse difficoltà. Organizzare gli articoli e fare in modo che vengano trovati. E venderne è il più possibile ovviamente.
Questa distinzione tra il digitale e il fisico è sempre più sottile.
Tutto sommato non esiste più.
Sono stati coniati alcuni termini per tra cui il noto on-life o anche il termine phygital, l’unione di physical + digital. Le nostre esperienze si muovono tra digitale e il fisico in modo completamente mescolato.

World Information Architecture Day 2020, aka WIAD

C’è l’opportunità di conoscere questo argomento, l’architettura dell’informazione. Il 22 febbraio (sabato) sarà la giornata mondiale dell’architettura dell’informazione, il World Information Architecture Day, detto anche WIAD.
Partecipano a questo evento 61 città in tutto il mondo. Si svolgerà in contemporanea, in tutte le città. In italia partecipano alcune città:
milano, palermo, roma, vicenza e Cesena.
Io parteciperò all’evento di Cesena.
Ti invito quindi a partecipare al più vicino a te.

CESENA WIAD 2020

Se sei in zona Romagna, vicino a Cesena ti invito a partecipare all’evento dove parleremo di:

  • Storytelling e narrazione con Maura Gancitano 
  • Narrazione visiva con Giovanni Barbieri (fumettista)
  • Digital Humanities e progettazione di interfacce con Francesca Tomasi
  • Architettura dell’Informazione con Andrea Resmini

Nel pomeriggio saranno proiettati dei cortometraggi che indagano il rapporto fra esseri umani e tecnologia. 
L’evento a Cesena è organizzato da Paolo Montevecchi e dal suo team di Etnograph.
Sarà sicuramente una giornata memorabile e molto utile per tante persone. Il biglietto costa 24,40 € per tutta la giornata (disponibili sconti per gli studenti).
Ci vediamo sabato al WIAD di Cesena!

Grazie agli organizzatori:
Paolo Montevecchi e il team Etnograph

Grazie al supporto di Architecta – Società Italiana di Architettura dell’Informazione